mercoledì 11 marzo 2015

DIETA MEDITERRANEA IN ANTICA GRECIA di Silvia Soligon

Dal Sole 24 Ore del 2 marzo 2015

Spesso quando si parla di Dieta Mediterranea si tende a identificarla con l'alimentazione tipicamente italiana. In realtà questo regime alimentare è patrimonio dell'intero bacino del Mediterraneo, anzi, a quanto pare le sue radici affondano su suolo greco. A ipotizzarlo sono le analisi pubblicate sulJournal of Ethnopharmacology da John Wilkins, esperto di Storia Classica e Antica dell'Università di Exeter, nel Regno Unito, secondo cui sarebbero stati gli antichi medici greci a gettare le basi di questo celebre regime alimentare.

Wilkins ha analizzato i testi scritti da medici della scuola ippocratica, che deve il suo nome al fatto di seguire i principi insegnati da Ippocrate, medico originario dell'isola di Kos vissuto tra il V e il IV secolo a.C.. Secondo gli ippocratici salute e malattie non dipendono da un intervento divino, ma da circostanze umane; in particolare, per mantenersi in salute sarebbe necessario l'equilibrio fra i 4 umori (sangue, bile gialla, bile nera e flegma), mentre un loro sbilanciamento porterebbe alla malattia. In questo quadro ilcibo sarebbe l'elemento in grado di riportare l'equilibrio. Alcuni medici ippocratici hanno anche scritto veri e propri libri di cucina. Così facendo, dalla ricerca di trattamenti per sconfiggere le malattie sarebbe nata la Dieta Mediterranea.

“La dieta antica assomiglia alla moderna Dieta Mediterranea senza le arance e i limoni che sono arrivati dalla Cina e i pomodori dell'America – spiega Wilkins – L'alimentazione è basata soprattutto sui vegetali della regione, che in genere i medici preferivano rispetto alle prelibatezze importate. Inoltre l'antica area mediterranea non era abitata da un gran numero di animali, quindi la carne a disposizione era limitata, così come lo è nella Dieta Mediterranea moderna. Il suolo produceva i cibi ricchi di sapore utilizzati per rendere palatabili i cereali”. Medici famosi come  Galeno di Pergamo ponevano particolare attenzione sull'importanza di migliorare il sapore di alimenti semplici cucinandoli, di scegliere ingredienti di qualità e di seguire la loro stagionalità. E in assenza di conoscenze sulle proprietà nutrizionali degli alimenti i medici ippocratici basavano le loro scelte sul loro sapore. “Utilizzavano il sapore come misura delle proprietà nutrizionali – spiega Wilkins – perché quella astringenza delle mele non mature o il sapore pungente delle cipolle riflettevano l'effetto che il cibo avrebbe avuto sul materiale digerito e quindi l'impatto sugli umori del corpo”.

Fra i rimedi più utilizzati c'erano l'aglio e la cipolla, ma anche le lenticchie, che condite con olio d'oliva e una salsa di pesce erano utilizzate come lassativo, mentre bollite due volte venivano utilizzate per “asciugare” stomaco e intestino. Galeno raccomandava anche di utilizzare spezie come il peperoncino, lo zenzero e la cannella e di cuocere i frutti di mare per esaltarne le proprietà benefiche, mentre metteva in guardia dai pericoli del latte, che credeva potesse bloccare in alcune persone i canali del fegato. Altri medici sottolineavano l'importanza di mangiare molta frutta e verdura e di consumare dolci solo con moderazione. In generale, i medici ritenevano particolarmente salutari alimenti come l'orzo, i cereali, i legumi, la frutta, la verdura, la carne e il pesce. Al contrario, autori che scrivevano di cibo per piacere piuttosto che per descriverne l'uso medico basavano le loro indicazioni molto più sui livelli di grassi, di sale e di zuccheri.

Secondo Wilkins questo primo studio può aiutare a spiegare perché la Dieta Mediterranea è oggi considerata una delle più salutari al mondo. Di sicuro svela già un interessante fenomeno: in un'epoca in cui si fa tanto discutere sul ruolo dell'alimentazione nella cura di malattie anche gravi come i tumori non può passare in sordina la notizia che le radici della medicina occidentale affondino proprio nell'alimentazione.

Foto: © Giuseppe Porzani Fotolia.com


 (02/03/2015)

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