giovedì 11 febbraio 2010

GLI INSUCCESSI DI McDONALD

Esiste un laboratorio, lo European Food Studio McDonald’s a Monaco, dove un team di esperti e cuochi studia nuove proposte che possano attirare i gusti degli europei. Da qui sono partite ricette come i Sapori di Montagna con speck dell’Alto Adige igp.
Laboratori del genere ci sono anche a Hong Kong per le regioni dell’Asia, Pacifico, Medio Oriente, Africa e a Chicago per il mercato statunitense.
L’ormai famoso McItaly apparso al fast food da pochi giorni sembra però non essere frutto di questi centri: il Ministro Luca Zaia afferma che è una sua idea e ha raccontato di aver dovuto rincorrere la multinazionale prima che la proposta fosse ascoltata e avesse seguito.
Gli innumerevoli successi commerciali della M dorata sono sotto gli occhi di tutti. Non di meno a volte, anche per merito dei Food Studio, McDonald’s ha partorito panini a dir poco stravaganti, nel tentativo di incontrare i gusti di determinate culture gastronomiche o di specifiche fasce di consumatori. Queste proposte, diverse dal classico panino e hamburger, si sono rivelate dei veri insuccessi.
Ecco la top flop ten:
10) McGratin croquette. Era uno speciale hamburger progettato per il mercato giapponese. Causa del fallimento totale forse l’abbinamento tra deep-fried macaroni, gamberi, purè di patate serviti su un letto di foglie di cavoli; o forse per il nome ai giapponesi incomprensibile.
9) Hulaburger. Creato nel 1963, era rivolto a cattolici rispettosi del venerdì senza carne. Si trattava di un cheeseburger, ma una fetta di ananas sostituiva la carne. I cattolici osservanti continuarono a disertare il McDonald’s di venerdì.
8) McDLT (McDonald’s Lettuce and Tomato). Da una parte fetta di pane e carne, dall’altra lattuga, pomodoro e formaggio. Lo scopo era di tenere parte calda e parte fredda del panino separate, e il cliente poco prima di mangiarlo doveva unire i due componenti. A parte il packaging estremamente ingombrante, chi al fast food ha voglia di contribuire alla preparazione del panino?
7) Arch Deluxe, detto “hamburger per gli adulti”. La campagna pubblicitaria fu imponente. Nonostante la spesa in reclam di 100 milioni di dollari, nessuno se lo filò. Un esperto di Wall Street disse che gli incassi portati dall’Arch Deluxe coprirono appena un quarto del costo pubblicitario.
6) McLobster, panino con al posto della carne l’aragosta. Pensato per i canadesi, costava più di tutti gli altri panini (5.99 dollari), ma era troppo leggero, non saziava.
5) McHotdog. Nella terra degli hamburger il rivale hot dog. Il panino con dentro il wurstel ha fatto il giro del mondo in vent’anni, dal 1990 a oggi. Passando dal Midwest americano, all’Inghilterra, al Canada, al Giappone, non ha mai sfondato.
4) McPizza. A metà degli anni Novanta McDonald’s si lanciò nel mondo della specialità italiana. Già esistevano negli Usa innumerevoli catene e semplici esercizi nel settore. Troppa concorrenza, flop totale e McPizza caduta nel dimenticatoio.
3) McPasta. Se non va la pizza, perchè non provare con la pasta? Lasagne, fettuccine Alfredo, spaghetti con polpette. La sorte di queste proposte fu identica a quella della McPizza. Recentemente la McPasta è stata introdotta in Nuova Zelanda e Australia. Progetto abbandonato un’altra volta per la scarsa domanda.
2) McAfrica. Quale è la peggiore cosa da fare quando gente che soffre la fame in Africa è su tutte le prime pagine dei giornali e nei servizi d’apertura dei telegiornali? Ideare il McAfrica. La campagna pubblicitaria scatenò polemiche e il fast food fu costretto a ritirare il prodotto.
1) McLean Deluxe. Il top dei flop. Spinti dalle campagne Usa per una corretta alimentazione, contro l’obesità e stili di vita poco salutari, quei diavolacci del marketing McDonlad’s vollero ideare un Mc Deluxe “dietetico”. A tavolino decisero, con operazioni da alchimisti, di sostituire il grasso con acqua. Ma per far trattenere l’acqua alla carne, nell’hamburger fu aggiunto il crondo crispo, un’alga rossa. Il gusto era orribile e la gente preferì intasare le proprie arterie piuttosto che mangiare il McLean Deluxe.
(Luca Bernardini per www.slowfood.it )

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