Fu probabilmente Alessandro Magno che, dopo la conquista dell'India, sul finire del IV secolo a.C. introdusse il riso nel mondo occidentale. La coltivazione rimase sostanzialmente estranea ai Greci ed ai Romani che usarono il riso piuttosto a scopi terapeutici e come pietanza costosa, importata direttamente dall'India e dalla regione persiana. L’Egitto fu la prima tappa del percorso che portò il riso a diffondersi nel Mediterraneo. Si deve alla colonizzazione araba il trasferimento della coltivazione del riso dall’Egitto alla Spagna, probabilmente poco dopo il 1000 d.C. La conquista araba delle terre del Mediterraneo occidentale favorì la diffusione della coltivazione del riso sia per soddisfare le esigenze degli stessi arabi, sia perchè il riso cominciava ad entrare nelle abitudini alimentari dei popoli conquistati. Presumibilmente con essi dunque il riso entrò anche in Spagna e in Sicilia, ove divenne un prodotto familiare in gastronomia. Negli altri paesi europei rimase essenzialmente un cibo esotico, utilizzato come farina per la preparazione di particolari creme e dolci. Se si esclude la Sicilia araba, in Italia la storia del riso ha inizio negli ultimi secoli del Medioevo: intorno al 1250 ne è testimoniato l'uso presso ospedali e famiglie nobili come alimento terapeutico, nutriente e digeribile, ma anche raffinato e versatile in gastronomia. Nel corso del quindicesimo secolo, la sua coltivazione si diffonde nell'Italia centrale e settentrionale, in Toscana e soprattutto nella pianura Padana. E' introdotto probabilmente dalla Spagna: il suo uso è attestato infatti nel Regno di Napoli e in Lombardia, territori allora appartenenti ai possedimenti spagnoli. Nel 1468 fu inaugurata la prima risaia, mentre il primo documento che dimostra la coltivazione del riso in Italia risale al 1475 ed è una lettera di Galeazzo Maria Sforza, il quale prometteva di inviare dodici sacchi di riso al Duca di Ferrara. Con l’avvio della coltivazione in Lombardia il riso, da prodotto di uso esclusivo degli speziali, divenne un elemento dell’alimentazione dei Lombardi.
Rimane un piatto particolare, adatto a ricorrenze festive: non si può in proposito non richiamare il dipinto di Pieter Bruegel Nozze contadine che pone in primo piano proprio le scodelle di riso. Al tempo stesso però, alle soglie dell'età moderna, cambia la destinazione del riso: la sua coltivazione si espande anche in monoculture, primo esempio di iniziative capitalistiche, ma soprattutto tentativo di sopperire alla fame di una popolazione in continuo incremento demografico. Al pari del mais e della patata, il riso è uno dei nuovi alimenti dell'Europa moderna.
Dopo il boom popolare cinquecentesco, la coltivazione sembra avere un decremento nel XVII secolo, perché nell'idrocoltura delle risaie si ravvisa una delle cause dell'aria malsana e pestilenziale che nuoce alla salute e propaga le epidemie come la malaria. Ma nel XVIII secolo, fugati questi erronei sospetti, il riso è nuovamente protagonista nelle diete ricche di farinacei utilizzate per sopperire alle gravi difficoltà alimentari e alle carenze nutrizionali. Grazie alla sua elevata produttività, il riso entra pienamente nella agricoltura e nella gastronomia italiana degli ultimi due secoli.
(foto: vercellink.com)
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