martedì 31 marzo 2015

PASQUA IN LIGURIA: LATTUGHE RIPIENE

La cucina ligure - QUELLA VERAMENTE TRADIZIONALE - è fatta di ingredienti semplici e che oggi si definirebbero "poveri". Infatti, a parte nella città di Genova, non sempre era facile procurarsi alimenti che oggi si trovano a buon mercato in ogni Super. Quindi ci si inventava l'uso e il riciclo di tagli di carne non elitari con l'abbondanza di verdure dell'orto e delle campagne selvatiche, di uova, di formaggi freschi. Un esempio sono le lattughe ripiene, TIPICHE DEL GENOVESATO PIU' CHE DELLE RIVIERE, che ogni famiglia riempiva in modo leggermente diverso. La ricetta che si trova sui libri di cucina genovese per la ricchezza del ripieno era nata certamente nelle cucine delle famiglie nobili e borghesi; infatti da un quaderno intitolato "Spese di cucina in Roma" della fine del 1700, la famiglia genovese Spinola redigeva annotazioni riguardanti periodi trascorsi nella Capitale e si legge che tra i primi piatti si consumavano minestra di lattughe piene durante i mesi primaverili. 
Le lattughe ripiene in brodo erano, secondo la tradizione, il piatto di inizio del pranzo di Pasqua.Ecco alcuni esempi. 
La prima versione - CON FOTO DEL PROCEDIMENTO- è di: 



Ingredienti per quattro persone:

8 foglie larghe di lattuga
3 etti di carne magra tritata
1 gamba di sedano
1 cipolla piccola
1 carota piccola
½ spicchio d’aglio
5 gr. di funghi secchi
olio d’oliva q.b.
1 rametto di maggiorana
1 uovo
5 gr. di formaggio grana
sale q.b.
brodo di carne

Preparazione
Ammollare i funghi secchi in acqua tiepida.
Porre in un tegame il sedano, la carota, la cipolla, la carne tritata, i funghi già ammollati, l’aglio e soffriggere in un goccio d’olio d’oliva con sale q.b.
Frullare il soffritto così ottenuto insieme al formaggio grana, alle uova e alla maggiorana.
Da questo ripieno ricavare 8 dosi che devono essere poste sopra le 8 foglie di lattuga.
Ripiegare le lattughe e legarle con il filo. Porre le lattughe ripiene in una terrina e farle cuocere in brodo di carne per circa 10 min. A cottura ultimata togliere il filo e servirle ben calde.
Le Lattughe Ripiene si possono anche degustare come secondo piatto cuocendole per 15 min. in un buon sugo di carne.

Può essere accompagnato da un vino Ormeasco di Pornassio.


ORA UN'ALTRA VERSIONE, PIU' SEMPLICE ANCORA
Ingredienti:
-Una lattuga grande
-pane raffermo
-uno spicchio d'aglio
-prezzemolo
-un uovo
-30 grammi di prosciutto cotto o di mortadella
-parmigiano grattato
-olio extravergine d'oliva ligure
-sale

Questa ricetta non riporta le quantità esatte in quanto sono molto dipendenti dalla quantità di lattughe che si vogliono preparare. Mettere il pane a bagno nel latte. Tritare il prezzemolo e uno spicchio d'aglio. In una terrina mescolare accuratamente il formaggio grattato, l'uovo, il pane accuratamente strizzato, il prosciutto tritato, un pizzico di sale, un filo d'olio. Se l'impasto risulta troppo morbido, aggiungere un po' di pangrattato. Prendere due foglie di lattuga grandi. Immergerle un attimo nell'acqua bollente (solo per farle appassire, mi raccomando!). Porre la quantità di ripieno desiderata sulla foglia di lattuga, ricoprirla con l'altra foglia. Chiudere delicatamente questo involucro con il filo da cucina. 
Le lattughe possono essere cotte nel brodo vegetale per pochi minuti oppure essere rosolate in padella per qualche minuto con poco olio, girando delicatamente.


E INFINE LA VERSIONE DI UN OTTIMO RISTORANTE DI ALBENGA, PIATTO DEL BUON RICORDO, "IL PERNAMBUCCO"
http://www.buonricordo.com/ristoranti/liguria/ristorante-il-pernambucco/lattughe-ripiene

Ingredienti per 4 persone

  • 8 cespi di lattuga cappuccia
  • 200 g di carne di vitello magra
  • 50 g di filone e poppa di vitello
  • 4 uova
  • 1 mazzetto di bietoline
  • 1 cipolla
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • 1 spicchio d’aglio
  • Parmigiano Reggiano
  • mollica di pane
  • 1⁄2 l di brodo di carne
  • olio extravergine d’oliva
  • maggiorana
  • prezzemolo
  • noce moscata
  • pepe

Preparazione

Mondate i cespi di lattuga, date loro un colpo di bollore e lasciateli sgocciolare bene su un panno. Tritate un pezzo di cipolla, uno spicchio d’aglio, un po’ di sedano e carota, e le foglioline di un ciuffo di prezzemolo. Versate un fondo d’olio in una padella e soffriggete gli aromi, quindi rosolate le carni e portatele a cottura aggiungendo il poco brodo necessario.
Versate il tutto sul tagliere e tritatelo con le foglie di bietola e la mollica di pane bagnata con il latte e l’olio del soffritto. Amalgamate al composto le uova e una presa di formaggio grattugiato; aromatizzate con maggiorana, noce moscata e pepe, quindi regolate di sapore con poco sale. Usate l’impasto per farcire le lattughe, legandole a giri di spago bianco da cucina. Adagiate le lattughe nel brodo, che avrete nel frattempo portato a bollore, lasciandole cuocere per una decina di minuti. Servite in brodo, completando con una spolverata di formaggio grattugiato.
Vino consigliato: Pigato della Riviera Ligure di Ponente Doc


lunedì 30 marzo 2015

DONNE IN ITALIA GRAZIE A DOLS

Tanti anni fa avevo iniziato il mio percorso web col sito http://www.dols.it/.
Poi, dato che stare ad un computer non è il mio lavoro e ogni tanto mi stanca -oltre ad essere una inguaribile incostante- ci ho mollato per un pò. Ma la bravissima e tenacissima Caterina Della Torre mi ha riaciuffato su Fb e la simpatia è continuata seppur da lontano. Questa volta ho aderito ad una semplice ma geniale iniziativa. Si intitola: Le donne italiane viste attraverso gli occhi delle donne di Dols. 

Expo 2015 focalizzerà per sei mesi sul nostro paese l’attenzione internazionale, Dol’s in questo contesto si è data un obiettivo: raccontare le donne in Italia nella propria quotidianità e rappresentarle per quello che effettivamente oggi sono, abbattendo molti degli stereotipi che attraverso i luoghi comuni, i media, le fiction, il cinema, in ambito internazionale sovente le rappresentano.
L’iniziativa di Dol’s è un’ irripetibile occasione per raccontare e rappresentare noi donne italiane attraverso il nostro personale punto di vista.
Siamo la patria del fashion, ma non per questo tutte fashion victim, siamo la culla del cibo e dei sapori, ma non per questo tutte aspiranti MasterChef, siamo femministe ma non per questo poco femminili.
Siamo un meraviglioso puzzle multicolore, pulsante, vitale ed energico, ognuna con le sue abitudini, la sua storia, con le sue tradizioni.>

Beh, io ho mandato questo: 
http://www.dols.it/2015/03/30/scegliere-il-meglio-per-altre-donne/


PASQUA IN LIGURIA: CAVAGNETTI

I cavagnetti (significa "cestini") sono un tipico dolce pasquale delle campagne liguri e non solo. Era anche il modo di offrire le uova ai bambini, perchè l'uovo indica la rinascita e i bambini sono il futuro del mondo.

Ingredienti:
-450 gr. farina
-300 gr. burro
-150 gr. zucchero
-1 uovo
-6 uova sode col guscio
-buccia grattugiata di mezzo limone

Preparare una pasta frolla impastando insieme la farina, il burro, lo zucchero, l’uovo e la buccia grattugiata. Spianare la pasta (che deve essere alta 2 cm. circa), ricavarne sei piccole ciambelle e alcune striscioline. Collocare al centro di ogni ciambella un uovo sodo e coprirlo con due striscioline incrociate. Sistemare le ciambelline, lasciando uno spazio di circa 3 cm. tra l’una e l’altra in una teglia bassa  appena imburrata e infornare a forno già caldo (160°) per una ventina di minuti. Servire cospargendo con un po' di zucchero al velo oppure con i confettini colorati.

Arte: ERCOLANO


domenica 29 marzo 2015

DIETA E ALZHEIMER

Molta verdura, frutta, pesce: sono questi gli alimenti che dovrebbero costituire la base della nostra dieta, secondo i principi base della dieta mediterranea classica. Dall’altro lato, è importante ridurre il consumo di carne, formaggi e, soprattutto, evitare i cibi precotti, dato che gli AGEs sono comunemente introdotti in questi alimenti come additivi...

Ad oggi non esiste una diagnosi precoce dell’Alzheimer né è possibile mettere a punto una terapia preventiva, per questo è importante identificare dei biomarkers utili a diagnosticare la malattia prima che questa si manifesti.... 
In questo lavoro abbiamo dimostrato che gli AGEs possono rappresentare un biomarker “precoce” e un target terapeutico per la prevenzione dell’Alzheimer. 
Carne e formaggi stagionati sono particolarmente ricchi di AGEs. 

Leggi tutto l'articolo: <Intervista alla dottoressa Lorena Perrone, ricercatrice italiana impegnata all’Università di Poitiers, impegnata nel progetto di indagine dei legami tra alimentazione e patologia> in
http://www.lastampa.it/2015/03/24/scienza/benessere/dieta-e-alzheimer-i-cibi-che-frenano-la-malattia-eh78YBpS7kDcTxncEZRTZI/pagina.html

Per gli AGEs:
http://it.wikipedia.org/wiki/Advanced_glycation_end-product

Foto: Alain Delon


venerdì 27 marzo 2015

CONFERENZA SULLA DONNA MUSULMANA

Oggi sono stata ad una conferenza organizzata dall'Associazione donne musulmane della mia città. 
Tante di loro in sala e pochine, ma proprio pochine, quelle di noi. Tanto per cominciare con le frasi "razziste": noi e loro. Impossibile riferirvi tutto, in particolar modo le belle tematiche del medico sulle quali si dovrebbe tenere una conferenza a parte. Io sono andata comunque per saperne di più, perché a parte qualche stereotipo sono ignorante come una scarpa. 
La prima cosa che ho notato è che "loro" ogni volta che nominano Maometto gli augurano pace e gloria, noi che siamo tanto religiosi ogni volta che nominiamo Gesù...vabbè lasciamo perdere.
Dunque mi raccontano che in un lontano periodo pre-islamico (intorno al 500 a.C) le popolazioni arabiche erano ovviamente tribali e le donne erano praticamente schiave e senza alcun diritto. Addirittura la nascita di una figlia era un brutto presagio per cui veniva seppellita viva. Poi una giovane moglie di mercante resta vedova e inizia a gestire il commercio, rilevando anche i dipendenti maschi del marito. Ma la sua stranezza non finisce qui: si innamora e sceglie il secondo marito (impensabile fino a quel momento), ovvero quello che diventerà il profeta Maometto (pace e gloria...non vorrei mi stramaledisse da lassù). Da quel momento le donne ebbero riconosciuto dal Corano non solo il diritto alla vita (mai più seppellire le neonate) ma anche all'istruzione, lavoro, partecipazione alla società, eredità dei beni, dote, divorzio in caso di maltrattamento e pure di partecipare alla guerra.
Poi mi spiegano che secondo loro il benessere della donna è il benessere della società e che essere devota e velata non significa cancellare i sogni, le aspirazioni e negare il proprio talento.
A questo punto mi hanno raccontato brevemente di alcune donne velate che tanto remissive e sottomesse, nonchè ignoranti e nullafacenti non lo sono state per niente! Di esse vi metto i link per leggerne qualcosa se volete, con calma.

La prima è Malala, la più giovane Premio Nobel per la pace di tutti i tempi
Malala

http://it.wikipedia.org/wiki/Malala_Yousafzai


Poi Noura Al Fayez primo Ministro donna in Arabia Saudita, esperta in tecnologia
http://www.theguardian.com/world/2009/feb/16/saudi-cabinet-woman-minister
Noura











e Yvonne Ridley
http://it.wikipedia.org/wiki/Yvonne_Ridley



e ancora Magda Amer medico naturopata e scrittrice; ha il permesso di insegnare in Moschea
http://news.bbc.co.uk/2/shared/spl/hi/picture_gallery/06/middle_east_muslim_women_preachers/html/1.stm
Magda








E poi Aziza Abdel Halim detta l'Australiana, che è la più importante donna leader musulmana. Ha scritto un libro  per chiarire i dubbi e togliere i preconcetti sull'islamismo.
http://en.wikipedia.org/wiki/Aziza_Abdel-Halim
Aziza


 L'intervento del medico è stato talmente articolato - senza un foglio di appunti - e pieno di argomenti che invito le signore velate ad invitarlo più spesso. Sperando che anche il pubblico di altra fede religiosa sia più presente. 
Perché se io vi dico solo che le banche sono usurai legalizzati  sono superficiale ed imprecisa. Ma vi giuro che ho sentito parole di saggezza atavica e che certo se tu prendi una frase detta da un'ignorante (nel senso che non sa esprimersi) che ti dice "le donne devono stare a casa" pensi che sia retrogrado, ma con l'argomentazione di un colto capisci davvero che forse abbiamo creato un modo di vivere fasullo. Crediamo di stare bene e divertirci, ma forse non è così. La vita è troppo frenetica e il mondo pieno di bugiardi e ladri. E pure il modo di vivere la coppia in modo intimo ha avuto una spiegazione logica e atavica. Se la moglie non è pronta per l'islamico vero fare sesso è uno stupro. Vaglielo a spiegare a secoli di cattolicesimo di "non lo fo per piacer mio...".
selfie con Lara, la Presidente dell'Associazione
La libertà di scelta è la base della serenità. 

Conclusione: sono ignorante come una scarpa.

giovedì 26 marzo 2015

IL VESCOVO DELLA SAVANA

Vi ricordate qualche settimana fa quella storia degli albenganesi che si facevano fotografare con i leoni della Piazzetta ingombra delle auto degli alti prelati? No, lo dico per quelli non di Albenga perché noi lo sappiamo per filo e per segno





http://sandrina-scrive-cucina.blogspot.it/2015/03/iostoconileoni.html

Bene è arrivato un coadiutore del nostro Vescovo. Si, perché noi possiamo permetterci DUE Vescovi! Quello ufficiale crea un pò di disagio sociale nell'hinterland quindi IL PAPA gli ha affiancato un altro da lui scelto. Per vedere un po' di sistemare certe situazioni complicate, sgradevoli, forse solo fraintese. Ecco, ieri il suddetto affiancato ha preso pieno possesso dei suoi poteri. E' stata resa nota la Bolla Papale con cui è stato investito dell'incarico. La quale recita testualmente: 

FRANCESCO VESCOVO, Servo dei Servi di Dio
al Venerabile Fratello Guglielmo Borghetti, finora Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, costituito Vescovo Coadiutore della diocesi di Albenga-Imperia, salute e Apostolica Benedizione.
Per poter meglio adempiere il suo ministero pastorale, il Venerabile Fratello Mario Oliveri, Vescovo di Albenga-Imperia, ha richiesto a questa Sede Apostolica un Vescovo Coadiutore.
Certamente Noi, Successore del beato Pietro e Padre universale, desiderando accogliere la richiesta di codesto Vescovo, udito il parere della Congregazione per i Vescovi, riteniamo te, Venerabile Fratello, dotato di comprovate qualità ed esperto delle realtà pastorali, idoneo ad assumere tale ufficio.
Pertanto, con la Nostra Apostolica potestà, dopo averti sciolto dal vincolo della Sede episcopale di Pitigliano-Sovana-Orbetello ti nominiamo Vescovo Coadiutore di Albenga-Imperia con speciali facoltà, che consistono nella stessa giurisdizione che spetta al Vescovo diocesano secondo il can. 381.
Ordiniamo inoltre che questa lettera sia resa nota al clero e al popolo della Sede stessa: i quali diletti figli esortiamo ad accoglierti con la dovuta riverenza e a sostenerti in ciò che inizi.
Infine, o Venerabile Fratello, unito dalla carità fraterna al Pastore della diocesi di Albenga-Imperia, fa’ in modo di operare quotidianamente in quel luogo soprattutto con il buon fuoco della carità – cfr. S. Ambrogio, In Ps 118, 13, 2 : PL 15, 1380 – che tra le virtù Cristiane occupa il primo posto.
I doni dello Spirito Paraclito, auspice la Beata Vergine Maria, ti allietino e ti sostengano.

Dato a Roma, presso S. Pietro, il giorno 10 del mese di Gennaio dell’anno del Signore 2015, secondo del Nostro Pontificato.


Bene, sembra che stamattina in un bar per un caffè, a precisa domanda preso dal "fuoco della carità" abbia risposto che si occuperà del parcheggio "abusivo". Poverino, credeva di dover dipanare intricate matasse socio-psico- religiose e invece...

mercoledì 25 marzo 2015

SEITAN

 Il seitan è tipico della cucina giapponese. Questo nuovo cibo si diffuse con il nome di kofu, ossia “glutine di grano”. Solo dopo fu nominato con la parola “seitan” che, letteralmente, vuol dire “È proteina” (“Sei” e “Tan”).
Come altre farine di cereali anche la farina di grano tenero o frumento contiene due componenti fondamentali, l’amido e il glutine; quest'ultimo è la parte proteica del grano, in percentuale circa del 15%. Il procedimento di separazione dell’amido dal glutine impastando la farina con acqua e lavando poi l’impasto in acqua corrente permette di estrarre il glutine dalla farina, ottenendo una specie di gomma giallina ed elastica quasi inutilizzabile allo stadio iniziale. Con la successiva bollitura in acqua insieme alla salsa di soia (tamari o shoyu), il sale marino, le alghe e altri aromi, si ottiene il Seitan vero e proprio, pronto per essere cucinato in molti modi.

 Fu introdotto in quel paese dalla Cina da alcuni monaci buddisti e divenuto molto popolare nei templi zen, molto usato poi nella cucina vegetariana e macrobiotica.

Come la carne anche il Seitan assorbe bene i sapori dei vari ingredienti con cui viene preparato, e le sue particolari caratteristiche di aspetto, consistenza e sapore lo rendono facilmente utilizzabile in piatti in cui di solito viene usata la carne. 
Anche se con il Seitan non si tratta d’introdurre una finta carne in cucina, ma un nuovo alimento proteico di cui è opportuno comprendere a fondo le caratteristiche e la versatilità, insieme alle sue proprietà alimentari.


Il seitan si ottiene estraendo il glutine dalla farina di frumento con l’acqua. Poi si impasta e lo si fa bollire nell’acqua con la salsa di soia, l’alga kombu e altri aromi, come cipolla, sedano, carota, aglio, zenzero, rosmarino, salvia e pepe. Con questi “lavaggi” si elimina l’amido e si estrae il glutine in quantità variabili a seconda del tipo di farina utilizzata (in genere la manitoba, ma anche quella di farro).Una ricetta che si può fare anche in casa, dotandosi dei giusti ingredienti e con la giusta preparazione. Prima si prepara l’impasto, che poi si “lava” e, infine, si cuoce nel brodo. Essendo un alimento ricavato dal glutine non è adatto ai celiaci ed è sconsigliato anche a chi ha problemi di intolleranza a questa sostanza.

È bene consumare il seitan una volta a settimana, massimo due. Questo perché è meglio non fossilizzarsi su un solo tipo alimento, ma variare alternandolo con altri prodotti, come il tofu o la soia. 
Il costo del seitan è abbastanza elevato, si va dai 3 ai 4 euro euro per 200 grammi. In commercio si può trovare il seitan fresco, al naturale, oppure alla piastra, a cubetti, affettato e affumicato. È possibile trovarlo anche sottoforma di würstel o di salsiccia. Il seitan si compra nei negozi biologici, ma ormai è diffuso anche nei supermercati e nelle macellerie.

In 100 grammi di prodotto sono contenuti circa 58 grammi d’acqua, quindi 36-37 grammi di proteine vegetali, 5-6 grammi di carboidrati e 0,3-0,8 grammi di grassi vegetali. La quantità ovviamente può subire minime variazioni a seconda dalle modalità di preparazione, così come dalla farina cereale inizialmente prescelta. Sebbene venga considerato spesso un piatto unico, o un sostituto delle proteine animali nelladieta vegana, è sempre meglio abbinare al seitan altri cibi durante il pasto. Questo perché i carboidrati in esso contenuto sono al alto indice glicemico, mentre vi è una carenza di vitamine fondamentali come la B12.
Queste piccole mancanze vengono però controbilanciate dall’alta versatilità in cucina, nonché dalle sue proprietà sull’organismo. Si tratta infatti di un alimento di facile digestione e che garantisce energia abbastanza immediata e, per questo, è indicato in tutte le fasce d’età, sin dall’infanzia alla vecchiaia. Inoltre, può essere inserito anche nelle diete dimagranti o nei regimi volti al controllo del colesterolo, poiché cibo davvero povero di grassi.
Allo stesso modo, tuttavia, il seitan può presentare delle controindicazioni. Oltre a sensibilità personali rispetto ai cereali utilizzati, questa pietanza orientale non può essere gustata in caso di accertata celiachia, perché il suo ingrediente fondante è proprio il glutine. Inoltre, nei casi di glicemia alta o di diabete conclamato, il ricorso potrebbe essere sconsigliato dato l’effetto glicemizzante. In definitiva, in caso di dubbi l’assunzione dovrà avvenire solo dopo aver vagliato il parere del medico curante.
Info da:
http://www.seitangourmet.it/seitanseitan.asp

http://www.leitv.it/100-green-kitchen/ingredienti/seitan-proprieta-ricetta-calorie/

http://www.greenstyle.it/seitan-valori-nutrizionali-proprieta-128513.html

ED ORA DUE RICETTE!


http://www.vegolosi.it/ricette/seitan-tonnato-vegano/

http://www.vegolosi.it/ricette/medaglioni-patate-e-seitan/

FOTO - PRIMAVERA...o no?


martedì 24 marzo 2015

CIOCCOLATO E PREMIO NOBEL

Per anni durante lezioni o conferenze mi son sentita dire dal mio pubblico che alla televisione han detto che il cioccolato cura la carie oppure che il vino rosso non fa venire l'infarto. Cose di questo genere. Riferite con la certezza di chi ha colto solo una parte del discorso, la parte che è per lui positiva. In realtà il fluoro, e neanche a chili, è nel cacao ma il cioccolato è composto anche di altre cose -tipo lo zucchero - che ai denti bene non gli fa. In effetti i servizi dei tg non sono quasi mai espressi in termini scientificamente corretti, anzi tendono ad essere lanci di eclatanti rivelazioni che vanno contro le restrizioni dei buoni educatori alimentari. In realtà nessun buon nutrizionista o educatore alimentare ti toglierebbe mai la cioccolata in modo definitivo o il bicchiere di vino a tavola. 
In questo simpatico articolo di Bressanini, peraltro eminente scienziato e divulgatore, si spiega come nascono le "false leggende positive" sul cibo. 

Quante volte avete letto “Mangiare il tal cibo previene la tal malattia”? O viceversa “Il consumo dell’alimento X è responsabile della patologia Y”? Io tante. E troppo spesso andando a leggere l’articolo scientifico originale (ammesso che esista e che non sia una semplice comunicazione ad un congresso o, peggio, una semplice ipotesi di un ricercatore) si scopre che in realtà è stata semplicemente riscontrata una “correlazione”.
Funziona così: sono stati analizzati i consumi alimentari di un gruppo di persone e si è riscontrato che, ad esempio, quelli che consumavano più succo di limone spremuto (ad esempio) avevano una probabilità inferiore di avere il cancro al polmone. Oppure si confrontano e si incrociano abitudini alimentari e patologie tra paesi diversi: in Francia mangiano tanto formaggio e hanno una minore incidenza di malattie cardiovascolari rispetto agli USA dove invece mangiano poco formaggio ma una incidenza maggiore di malattie di quel tipo. In più in Francia bevono più vino che negli USA (lascio al lettore trarre le conclusioni). Non passa giorno che io non legga cose ti questo tipo: “il vino previene gli infarti”, “il latte causa l’osteoporosi”, “il tè verde protegge dall’invecchiamento” e così via.
Che valore dare a questo tipo di osservazioni? Personalmente quasi zero a meno che non ci siano altre (e robuste) evidenze che mostrino la fondatezza dell’ipotesi di un rapporto di causa ed effetto.
La rivista New England Journal of Medicine (NEJM) a ottobre 2012 ha pubblicato un gustoso articolo (Messerli, Franz H. “Chocolate consumption, cognitive function, and Nobel laureates.” New England Journal of Medicine 367.16 (2012): 1562-1564.) sulla correlazione tra il consumo di cioccolato di una nazione e il numero di premi Nobel vinti da cittadini di quella nazione.
Vi mostro subito il grafico dove i ricercatori trovano una correlazione lineare (r = 0.791) significativa tra il numero di premi Nobel ogni 10 milioni di abitanti e il consumo pro capite di cioccolato
correlation-01
Dal grafico si vede immediatamente come più in un paese consumino cioccolato, più  si vincono premi Nobel. In particolare dall’analisi statistica si scopre che per aumentare di uno il numero di premi Nobel (ogni 10 milioni di abitanti) è necessario aumentare il consumo pro capite annuale di cioccolato di 0.4 kg.
I flavonoidi sono un gruppo di sostanze molto abbondanti in alcuni vegetali di cui recentemente si è mostrata la capacità di migliorare le funzioni cognitive, ridurre il rischio di demenza e migliorare le funzioni cognitive negli anziani. In particolare uno studio sui flavonoli, una sottofamiglia presente nel vino rosso, nel tè verde e nel cacao, ha mostrato che
chi assumeva dosi medio-alte di flavonoli del cacao mostrava in generale performance migliori in termini di funzionalità cerebrale, memoria a breve e a lungo termine, velocità di pensiero e capacità cognitiva  complessiva, rispetto a chi ne consumava meno.
Lo studio sul NEJM parte dall’ipotesi che il consumo di cioccolato, ricco di flavonoli, possa avere un effetto sulle capacità cognitive di un intera popolazione. Non essendo disponibili dati sulle capacità cognitive di intere popolazioni l’autore considera il numero di premi Nobel un surrogato ragionevole. Ed ecco quindi il grafico che ho riportato sopra. È chiara la correlazione: più cioccolato consumi come nazione e più vinci premi Nobel. È ovvio dal grafico che il cioccolato fa diventare più intelligenti, no? Come altro si spiega questa correlazione? Guardate la Svizzera: ha il più alto consumo pro capite di cioccolato e, guarda caso, anche il più alto numero di Nobel. Non può essere una coincidenza!
È curioso, fa notare l’autore, anche il caso della Svezia che con un consumo di 6.4 kg pro capite per anno di cioccolato ha un numero di premi Nobel più del doppio di quello che ci si aspetterebbe dal suo consumo (ne ha 32 ma ne “dovrebbe” avere 14). O ipotizziamo che gli Svedesi, a differenza di altre popolazioni, abbiano una maggiore sensibilità al cioccolato e quindi le loro funzioni cognitive reagiscano positivamente a dosi inferiori di cioccolato rispetto ad altre popolazioni, oppure possiamo ipotizzare che chi assegna i premi sia stato un po’ “partigiano” ;)
L’Italia non è messa benissimo: evidentemente ne mangiamo troppo poco (chiaramente la Nutella non ha lo stesso effetto del cioccolato. È probabilmente colpa della presenza di grassi vegetali. Anzi, potremmo ipotizzare che sia proprio la presenza di questi grassi che ha impedito all’Italia di avere più premi Nobel! Complotto!)
Siete un ricercatore e volete vincere un premio Nobel? Avete più banalmente problemi con il sudoku domenicale? Forza, correte a comprare qualche decina di tavolette di cioccolato (non quello bianco però, che oltre ad essere disgustosamente dolce non contiene flavonoidi).
No eh? Non vi ho convinto? Siete scettici? E fate bene!
Il punto, che spesso sfugge a molti, è che una semplice correlazione non significa nulla, e in particolare non indica assolutamente un rapporto di causa ed effetto. “Correlation is not causation” è un mantra che ogni giornalista o ricercatore dovrebbe recitare prima di scrivere articoli che attribuiscono cause a destra e a manca.
Certamente se esiste un rapporto di causa ed effetto tra due fenomeni mi posso aspettare di trovare una correlazione. La  posso però trovare anche se i due fenomeni hanno semplicemente una causa comune (più o meno alla lontana). Ma, ed è il caso peggiore, analizzando un gran numero di dati posso trovare correlazioni tra fenomeni completamente indipendenti anche per puro caso. Non è difficile. Volete qualche esempio?
Sappiamo tutti che il numero di casi di autismo è in continuo aumento. Anni fa un medico aveva ipotizzato una relazione con alcune vaccinazioni. Poi si è scoperto che non esiste alcuna relazione tra vaccini e autismo, e che il medico aveva organizzato una truffa, ed è stato messo sotto inchiesta per questo (purtroppo molti genitori ancora credono a queste storie. Medbunker fa una bel riassunto)
Sappiamo anche che il consumo di prodotti biologici è in continuo aumento. Non ci sarà una correlazione tra le due cose? Proviamo a fare un grafico, in funzione del tempo, del numero di casi di autismo e delle vendite di cibo biologico in USA.
correlation-02
Bingo! E la correlazione è altissima (r=0.9971) superiore a quella tra cioccolato e Nobel.SVEGLIA, CI STANNO AVVELENANDO CON IL BIO!!!! FATE GIRARE!!! (No, scusate, non sono su Facebook :mrgreen: )
Ma non è finita qui. Usavate Internet Explorer e ora siete passati a Chrome? Avete fatto benissimo! Lo utilizzate ancora? Male, malissimo! Se passerete ad un altro browser sappiate che farete anche un favore alla società! È noto infatti che esiste una stretta correlazione tra omicidi e quote di mercato di Internet Explorer (e possiamo sicuramente ipotizzare che la frustrazione derivante dall’uso di un browser così primitivo possa generare pulsioni omicide verso il collega nel cubicolo a fianco, per cui abbiamo anche trovato il meccanismo psicologico).

http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/02/15/mangia-cioccolato-e-vinci-il-premio-nobel/

ARTE: BANCHETTO ETRUSCO


giovedì 19 marzo 2015

ECLISSI: MITI, LEGGENDE, CUCINE

In alcune zone dell’India si svuota la cucina perché si pensa che qualsiasi cibo cucinato con il Sole nero sarà velenoso e impuro.
Le culture tradizionali hanno escogitato ogni sorta di spiegazione per fenomeni così straordinari come le eclissi, sia solari che lunari. Con una costante: "Con poche eccezioni, si tratta sempre di una rottura dell'ordine costituito", spiega E. C. Krupp, direttore del Griffith Observatory di Los Angeles, in California. "L'uomo dipende dal movimento del Sole. È regolare, affidabile, non lo si può manomettere. Poi, all'improvviso, ecco la tragedia: il tempo va fuori sesto, il Sole e la Luna si comportano come non dovrebbero". 

Il significato di questa rottura dell'ordine 
cambia da una cultura all'altra, e non tutte vedono le eclissi come eventi negativi, aggiunge Jarita Holbrook, studiosa di cultura dell'astronomia alla University of the Western Cape di Bellville, in Sudafrica. Per alcune l'eclissi è un momento che ispira terrore, per altre un fenomeno naturale che merita rispetto, per altre ancora un momento di riflessione e riconciliazione. 

Divoratori celesti

...Questo pasto celeste veniva spesso combattuto facendo rumore per spaventare il demone o l'animale, spiega Nancy Maryboy, presidente dell'Indigenous Education Institute dello Stato americano di Washington, che collabora con la NASA a un progetto che intende fondere le conoscenze tradizionali sull'astronomia dei popoli nativi con le nozioni della scienza ufficiale.  

La gente batteva su pentole, scodelle o tamburi per scacciare chiunque fosse l'essere che stava divorando il sole o la luna, racconta Maryboy. Krupp organizza una versione moderna della cerimonia durante le eclissi lunari sul prato davanti all'osservatorio: si veste da mago e guida una processione di persone che battono su pentole e casseruole per scacciare il misterioso divoratore della luna. "E ci riusciamo sempre!", scherza lo studioso. .....


...Alcuni Navajo, prosegue la studiosa, seguono ancora i precetti tradizionali: durante un'eclissi bisogna stare in casa con la famiglia, intonare canti speciali per l'occasione e astenersi dal cibo, dal bere e dal sonno. "È anche vietato guardare l'eclissi, specie quella solare, pena gravi conseguenze per gli occhi in futuro", prosegue la studiosa. Chi mangia o beve durante l'eclissi, o la guarda, non è più in equilibrio con l'universo, e ciò può condurre a pesanti problemi in futuro.

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http://www.nationalgeographic.it/scienza/2013/11/02/news/miti_e_leggende_sulle_eclissi_di_sole-1871508/


Credenze: segno di sventura che simboleggia la rabbia degli dei

Nell’antichità si credeva che qualche animale giungesse a mangiare il Sole.
Documenti cinesi di 4 mila anni fa, per esempio, parlano di un drago da scacciare con arco e frecce: fino a metà del XIX secolo in Cina è rimasta l’usanza di sparare a salve durante il fenomeno.
IL RE VENIVA NASCOSTO. Gli assiri durante le eclissi ponevano sul trono un criminale, un prigioniero di guerra, un contadino, mentre il vero re si rifugiava in campagna.
Il trono rimaneva in mano al sostituto per un centinaio di giorni: il malcapitato veniva poi giustiziato e sepolto con funerali reali, per esser sicuri di ingannare gli dei.
I Greci pensavano fosse un segno della rabbia degli dei.
IN INDIA SI SVUOTA LA CUCINA. Fino a giorni ben più recenti, comunque, alle eclissi è stato collegato ogni tipo di sventura: in diverse zone del mondo si ritiene siano pericolose per le donne incinte, in alcune zone dell’India si svuota la cucina perché si pensa che qualsiasi cibo cucinato con il Sole nero sarà velenoso e impuro.

Animali in confusione: si comportano come di notte

Gli animali reagiscono all’eclissi come se si trattasse di una notte in piena regola.
Le cicale smettono di cantare, le api di ronzare sui fiori per fare ritorno all'alveare.
VOLATILI IN ALLARME. Animali notturni come i pipistrelli diventano particolarmente attivi, mentre alcuni primati chiudono gli occhi, per riaprirli quando torna il mattino.
Gli uccelli assumono un atteggiamento confuso o allarmato.

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colazione difficile...


lunedì 16 marzo 2015

L'ANTICO SALATINO

Il ritrovamento è avvenuto nella città bavarese di Regensburg: durante alcuni scavi precedenti a questo erano stati portati alla luce dei frammenti di croissant e di altri dolci. Le analisi hanno datato le leccornie in un arco di tempo compreso tra il 1700 e il 1800. "È una scoperta straordinaria perché ci racconta qualcosa delle abitudini di quel periodo", ha spiegato, entusiasta, il sindaco della cittadina, Joachim Wolbergs.
Il pretzel è un tipo di pane particolare, molto amato in Germania e Austria, a quanto pare non soltanto nel presente. Parte della tradizione culinaria di questi paesi, il pretzel ha anche un significato religioso: il suo intreccio ricorderebbe le braccia incrociate dei monaci in preghiera.
"È la prima volta che in 30 anni trovo del materiale organico risalente a così tanto tempo fa", ha detto la studiosa Silvia Codreanau-Windaue del Bavarian State Department of Monuments and Sites.
UNA MIA CONSIDERAZIONE: CHI GLIELO DICE ALLA STUDIOSA CHE A POMPEI ED ERCOLANO HANNO TROVATO MATERIALE ORGANICO (OLIVE, NOCI, PANE...) DI QUALCHE SECOLO PRIMA?