sabato 19 marzo 2011

Alimentazione nel 1800

Agli inizi dell’Ottocento ci troviamo di fronte ad una eccezionale “forza delle idee”, accompagnata da un accumulo di ricchezze da parte dei paesi colonialisti mai visto prima, da uno sviluppo altrettanto impressionante delle più importanti scoperte scientifiche della intera storia dell’umanità, dal perfezionamento delle tecnologie relative alle attività agricole e zootecniche, dalla crescita di paesi emergenti come gli Stati Uniti d ‘America, dai commerci europei e poi mondiali che si sviluppano a dismisura, soprattutto intorno alla metà dell’Ottocento, grazie alla ferrovia.
Per quanto riguarda l’alimentazione, basterà immaginare i milioni di tonnellate di prodotti alimentari che si spostano ormai rapidamente per centinaia di chilometri; pensare alle scoperte di Louis Pasteur e di Nicolas Appert, che apriranno la strada dell’inscatolamento industriale di carne, verdure e minestre, oppure pensare alle nuove tecniche di refrigerazione e di congelazione.
Nel 1850 il mattatoio di Londra si trova ad Aberdeen, a 800 km dalla capitale e ogni mattina giungono in città “ montagne di ottime carni macellate il giorno prima” come riportano le cronache dell’epoca.
Inutile rievocare le terribili condizioni di vita del primo proletariato inglese, pane duro e tè…
Ma la logica della produzione industriale non può mantenere escluse a lungo le masse, le classi inferiori, dal godimento di almeno parte delle risorse alimentari. Verdure, prodotti in scatola, zucchero, cacao e infine carne vengono offerti a prezzi via via più accessibili.
Parlare di Europa è particolarmente difficile; in troppe regioni del continente le situazioni sono “arcaiche”, legate soltanto all’agricoltura ed a un poco di pastorizia; il consumo di prodotti locali è ancora l’unico presente. L’Italia moderna, la cui data di nascita è, come ben sappiamo, il 1860 ne è un clamoroso esempio.
L’Europa è di nuovo divisa in due, non per abitudini, cultura o religione, ma per ricchezza. In ogni caso si possono intravedere verso la fine dell’Ottocento alcune situazioni che risulteranno evidenti nel XX sec:.
-si allenta il vincolo tra alimenti e territorio e si amplia a dismisura l’offerta di massa di ogni genere di prodotto alimentare
-si uniformano, seppure lentamente, i modelli alimentari
-i modelli alimentari diventano urbani, non soltanto perché le grandi città crescono in maniera esponenziale, poiché la società industriale è una società a alto tasso di urbanizzazione o se preferite di concentrazione di persone e di ricchezza, ma anche perché la città propone veri e propri modelli, che seppure in continua evoluzione, valgono per tutti
Questa Storia comincia soprattutto nel Nord Europa; l’Italia viaggia con molto ritardo….La nostra rivoluzione alimentare di massa dovremmo datarla 1950!


(tratto da un articolo di: http://www.lacucinaitaliana.it/)

Nessun commento:

Posta un commento