martedì 28 aprile 2015

EXPO, TEMATICHE: Food 2.0

L'articolo di Gabriele Beccaria su La Stampa:
http://www.lastampa.it/2015/03/26/societa/expo2015/le-frontiere-del-cibo/i-nuovi-esploratori-del-cibo-scommettono-sul-potere-degli-alimenti-ricostruiti-IRdPd3MUGtNpUIMfxa1H5H/pagina.html

foto Eliott Erwitt- Magnum Photo
Una nuova avventura scientifica è iniziata. È la corsa per trovare cibo per tutti, mentre si fa strada una certezza: il menu in tavola sarà sempre più diverso da quello a cui siamo abituati. Il mito del cibo biologico e l’anti-mito del cibo-spazzatura sono destinati ad annullarsi. Le soluzioni stanno altrove. E sono complicate, spesso controverse, in molti casi ancora sperimentali. Nutrirci rappresenterà una sfida non meno immensa di quella per mitigare i cambiamenti climatici o gestire la società degli algoritmi e dei robot. 
Al vertice delle promesse e delle polemiche stanno i cibi Ogm, protagonisti di una battaglia che dura da un trentennio. Dal pomodoro super-saporito al riso con la vitamina B anti-cecità fino alla cassava resistente ai batteri, c’è un vasto menu già pronto, sia per i ricchi sia per i poveri del Pianeta. Ma resta nei frigoriferi dei laboratori.Dall’Europa all’Asia milioni di potenziali consumatori temono i cibi con il Dna modificato e li rifiutano. Tanto che gli Ogm sono stati retrocessi alla base della catena alimentare. Nutrono gli animali che diventano salsicce e bistecche. Tutti lo sanno, ma fanno finta di nulla. 
A infrangere pregiudizi e smontare paure non sono bastati gli appelli degli scienziati: senza gli Ogm - sostengono - la nostra sopravvivenza di specie potrebbe essere a rischio. E paragonano le piante e i cibi geneticamente modificati alla Rivoluzione Verde degli Anni 60.
..............
In effetti spesso si dimentica che il viaggio attraverso bocca e stomaco passa per il cervello. Vogliamo cibi migliori, ma coltiviamo passioni nostalgiche per i sapori perduti di nonni e bisnonni. E così i giganti dell’alimentazione e le start-up del cibo immaginano una serie di futuri possibili. 
............
Addio brusche manipolazioni genetiche, quindi. Entra in scena la «decostruzione nutritiva». Succede nella Silicon Valley, dove nascono società come Impossibile Food, che lavora alla carne senza le mucche, e altre come Hampton Creek, che progetta la maionese «green» priva di uova, mentre Soylent si spinge al progetto estremo del beverone totale: pochi sorsi e si fa il pieno di calorie «pulite», senza rischi di colesterolo o intossicazioni. 
Lo chiamano «food 2.0» ed è immaginato per chi considera primordiale il rito quotidiano del mettersi a tavola. Ma non solo. I cibi decostruiti e ricostruiti potrebbero semplificare gli ipertrofici - e inquinanti - processi produttivi standard. Aumentando la produttività e diminuendo l’impatto sul Pianeta. Il tempo stringe e l’Onu lancia allarmi ripetuti. Il cibo potrebbe diventare la massima emergenza dell’umanità. E i programmi alla Masterchef trasformarsi in grottesche rappresentazioni di un mondo irrimediabilmente scomparso. 


Nessun commento:

Posta un commento