È prevalentemente maschio tra i 24 e i 54 anni, viene soprattutto nel Nord Italia, è appassionato di cibo, ma senza le pretese un po’ radical chic di tanti gourmand e ama approfondire le sue competenze affidandosi molto a internet: ecco il “foodie” all’italiana, nella fotografia realizzata da una ricerca di Giampaolo Fabris (sociologo), in collaborazione con Negroni e Inc, realizzata dalla dottoressa Marilena Colussi.
I foodies sono un esercito di 4,5 milioni di persone, il 10% della popolazione italiana, e crescono al ritmo di 250.000 all’anno. Molto attenti al rapporto qualità prezzo, l’82,% è disposto a spendere di più per un prodotto di qualità, sulla media nazionale del 54,1%. Non disdegnano il supermercato per fare la spesa, ma sono grandi frequentatori di salumerie, gastronomie e mercati rionali.
Amano approfondire la conoscenza dei cibi e dei vini e tutto quello che ci ruota intorno, invitano spesso amici e parenti a pranzo o a cena (da 2 a 4 volte al mese), anche per dare sfogo al proprio estro in cucina: l’82% preferisce cucinare piatti particolari, e se la fonte primaria di ricette rimane il passaparola (59%), il web (40%) incalza i classici libri di cucina (45,9%).
Numeri diversi se si usano criteri più specialistici: guide, riviste specializzate e internet guidano le scelte del 35,6% dei foodies e solo il 9,1% del resto degli italiani. Internet (16,8% sul 5,1%) vince perfino sulle guide (11,3% per i foodies e 2% per i non foodies).
Ed il vino? Qui fanno di testa loro il 68,5%, il 64% ascolta gli amici, con riviste, guide e internet che pesano per il 38,7% nella scelta dei foodies, molto più attenti del resto degli italiani (46,2% sul 18,3%) ai consigli del sommelier.
Su tutto ciò che riguarda cibo e bevande i foodies sono “un po’ più” motivati e interessati degli altri italiani. A partire, appunto, dall’interpretazione stessa dell’atto del mangiare: che per i foodies è soprattutto “un piacere da condividere con gli altri” (69,4%) e una “passione, ricca di significati ed esperienze” (64,2%). Mentre, assai più razionalmente, per gli altri italiani che non si riconoscono in questa definizione è soprattutto “fonte di energia e nutrienti indispensabili” (66,2%) e poter “mangiare quello che mi piace” (54,3%).
Sono anche attenti - in questo comportandosi come tutti gli italiani - all’elenco degli ingredienti riportato in etichetta (91,5%), all’origine territoriale geografica del prodotto (89,8%) e alla presenza di marchi di tutela (Dop, Igp, Doc, Docg, Igt...).
Ma cercano anche informazioni relative ai controlli e alla sicurezza (87,5%), alle modalità di produzione (81,6%) e informazioni sul produttore/marca (79,4%).
Ma 7 foodies su 10 sanno anche accontentarsi di un buon panino, che può diventare un pasto gourmet a patto che si utilizzino materie prima di qualità, un pizzico di fantasia o la creatività di uno chef.
Quando vanno in vacanza l’86,2% di loro (contro il 60,5% degli italiani) scelgono la località proprio in base a una presenza significativa di ristoranti o di prodotti tipici.
Sulla cena la pizzeria schizza al primo posto per entrambi i target (61,9% i foodies e 57% non foodies). Mentre al secondo posto figura il ristorante per il 60,6% dei foodies (35,5% i non foodies), seguito dalla trattoria/osteria, anche qui con un gap ampio tra i foodies (30,1%) e gli altri (15%). Altissima - 41,3% - anche la frequenza degli inviti a cena in casa di amici e parenti. Buone perfomance sul target foodies anche per i ristoranti etnici, gli agriturismi, le birrerie e le enoteche.
Grande attenzione anche per corsi, serate di assaggi o degustazioni e per il rito dell’aperitivo fuori casa: il 59,8% dei foodies (48,8% gi altri) preferisce l’aperitivo all’italiana, con salumi, formaggi, buon vino, birra o spumante. Mentre solo 1 foodies su 3 (35,6%) predilige l’happy hour internazionale, con variegata (e pasticciata) presenza di cibi e bevande.
Il vero difetto dei foodies? 8 su 10 dispensano continuamente consigli su cibo e cucina un po’ a tutti: 8 su 10 lo fanno “qualche volta o spesso”, mentre questa mania, molto italiana arriva a contagiare normalmente 6 italiani su 10.
(fonte: http://www.agrodns.it/agronews/web)
Questo post mi ha fatto venire voglia di dare la ricetta per un panino, facile, economico e semplice da realizzare.
RispondiEliminaProvo a vedere se riesco a scriverla, ma non prometto, non sono bravo a mettere su carta le mie invenzioni culinarie.
P.S. Ti copio la scritta che mi appare quando provo a postare: "Non è stato possibile elaborare la tua richiesta. Riprova".
Al secondo tentativo "Impossibile verificare le tue credenziali di OpenID". Mo provo per la terza volta.
ritenti sarai più fortunato (dicevano i Boeri di quando eravamo piccoli), adesso bisogna sperare nell'assistenza Google. Chiunque abbia problemi me lo dica su FB.
RispondiEliminaAspetto da te non solo il panino, ma anche altre cosette buone che sai fare