É di gran moda proporre pranzi storici o d'autore. Sedersi a tavola non solo per mangiare, ma per riassaporare il gusto di ambienti, situazioni, eventi del passato. Trasformare l'occasione conviviale in una piacevole avventura intellettuale. Domandiamoci allora: ha senso tutto ciò? Esiste - al di là del puro divertimento, che in ogni caso rimane la molla fondamentale di queste sperimentazioni cucinarie - una possibilità effettiva di ricostruire l'esperienza e il gusto alimentare di uomini che sono vissuti prima di noi, magari molti secoli fa? Il problema si pone su due piani diversi. Uno è quello del gusto inteso come sapore, come sensazione individuale della lingua e del palato: esperienza per definizione soggettiva, sfuggente, incomunicabile (persino tra i commensali di una stessa tavola). Da questo punto di vista, l'esperienza storica del cibo è inevitabilmente e irrimediabilmente perduta.
Ma il gusto è anche sapere, è valutazione sensoriale di ciò che è buono o cattivo, di ciò che piace o dispiace. Una valutazione che viene dalla mente prima che dalla lingua e, che evidentemente non coincide con la prima ma che in larga misura la condiziona, si può ben indagare anche storicamente, attraverso l'esame dei documenti (scritti, figurativi, materiali) che testimoniano i vari aspetti delle società del passato: anche l'estetica, i valori, i metri di giudizio.
Accontentiamoci dunque di approssimazioni, di una curiosità destinata a rimanere epidermica anche se intellettualmente vigile e preparata: un po' come quando si fa un viaggio in paesi lontani e si incontrano culture estranee alla nostra. La storia è un viaggio nel tempo e di ogni viaggio possiede, oltre al fascino, le difficoltà e le contraddizioni. I pranzi storici prendiamoli soprattutto come un gioco, con la consapevolezza che il gioco è una faccenda estremamente seria, che richiede conoscenza e rispetto delle regole. Nel caso nostro, la prima regola è di avvicinarci alle culture, ai personaggi e agli eventi del passato con impegno e curiosità; di documentarci in modo preciso e senza presunzione di superiorità. Solo in questo modo ci sarà possibile capire e, al tempo stesso, divertirci.
Massimo Montanari
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