mercoledì 21 ottobre 2009

VIA LIBERA DELLA UE A NOCCIOLE TURCHE TOSSICHE

Il comitato permanente per la catena alimentare dell'UE ha dato il via libera al raddoppio dei limiti fissati per il contenuto di aflatossine tossiche nella frutta in guscio (nocciole, pistacchi, etc.) e nei prodotti derivati.
L'Ue ha infatti aumentato da 0,7 a 1,5 la concentrazione di flatossina B1 nella frutta a guscio. Si tratta di una tossina potenzialmente cancerogena presente nelle nocciole, noci, mandorle, pistacchi e altri frutti a semi oleosi. Un provvedimento, quello adottato da Bruxelles, richiesto soprattutto da americani e turchi, i cui prodotti, in particolare le mandorle Usa e alcune qualità di nocciole d'oltre Bosforo, hanno un tasso di flatossina molto più elevate di quelle italiane.
Ora sarà possibile importare in Italia grandi quantità di nocciole e mandorle extracomunitarie a tutto discapito dei nostri agricoltori. E pensare che il ministro dell' Agricoltura Luca Zaia si era impegnato a bloccare con ogni mezzo a disposizione l'innalzamento della concentrazione di flatossina. Evidentemente le lobby degli esportatori l'hanno avuta ancora una volta vinta. Lo rende noto la Coldiretti che sottolinea come il voto contrario dell'Italia non sia stato sufficiente a fermare questa preoccupante novità sul contenuto in aflatossine che sono sostanze tossiche, potenzialmente cancerogene, legate allo sviluppo di muffe sul prodotto e quindi a pratiche agronomiche non ottimali.
La Coldiretti ricorda che la Turchia è il più grande produttore mondiale di nocciole (78 per cento) e che una nocciola su tre utilizzata dall'industria italiana proviene dalla Turchia; queste importazioni hanno grossi problemi di contaminazione da aflatossine e nei primi nove mesi del 2009, ben 56 partite di nocciole provenienti da questo paese in diversi stati dell'Unione sono risultate contaminate  Il consumo di nocciole e di frutta in guscio in generale è rilevante in Italia considerato che tale prodotto è presente oltre alle note creme alla nocciola, in biscotti, wafer, merendine, barrette energetiche, muesli e yogurt che sono entrati a far parte delle abitudini alimentari degli italiani, soprattutto tra i giovani ed i bambini che oltretutto risultano quelli maggiormente esposti, in virtù anche del loro basso peso corporeo.
L'aumento dei limiti serve solo a favorire le importazioni di un prodotto di bassa qualità e sicurezza, causando un rischio per i consumatori comunitari ed grave un problema per i produttori italiani, che subiscono una concorrenza sleale da parte di Paesi dove non solo non si applicano pratiche agronomiche corrette ma si utilizzano fitofarmaci vietati in Europa.
L'Italia è il primo produttore comunitario di nocciole con 1,1 milione di quintali di prodotto coltivato su 68.000 ettari, seguita dalla Spagna. La produzione è essenzialmente concentrata in quattro regioni: la Campania, il Lazio, la Sicilia ed il Piemonte, in zone spesso difficili, collinari, a rischio dissesto idrogeologico, in cui rappresentano una importante economia.
La procedura comunitaria prevede ora il parere del Parlamento europeo su tale decisione, pertanto l'obiettivo delle forze politiche e di rappresentanza dovrebbe essere indirizzato verso una giusta sensibilizzazione degli europarlamentari, perché venga fermata una decisione pericolosa per i cittadini e negativa per le imprese comunitarie.
(fonte Coldiretti e newsfood.com)

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